La Chiesa è sinodale quando…

  1. Quando Più che sentirsi detentrice della verità, si sente custode di una “Via”: la via della salvezza.
  2. Quando Più che trasmettere dottrine, sprona alla sequela di Cristo e del suo vangelo.
  3. Quando È convinta che a generarla è sempre l’Ascolto della Parola di Dio, della voce dello Spirito, dei segni dei tempi, del grido dei poveri, degli aneliti di ogni uomo.
  4. Quando Più che essere chiamata a fare da maestra è chiamata a essere “madre”, più che assumere il ruolo di docente, sa di dover essere testimone e quando sa di essere inviata non abbandona mai le esigenze del discepolato.
  5. Quando La sua organizzazione non è piramidale, ma circolare.
  6. Quando le decisioni che contano vengono prese insieme e le scelte sono condivise e le responsabilità non accentrate ma distribuite.
  7. Quando gli organi di partecipazione non sono una pura formalità e quando chiedere consiglio non è un atto di paterna benevolenza, ma un dovere così come lo è il dono del consiglio.
  8. Quando il coinvolgimento dei laici nella missione ecclesiale non è una concessione, ma espressione della vocazione battesimale, diritto-dovere cui nessuno può sottrarsi.
  9. Quando si esce dalla patologica logica clericale di cui è affetti non solo il clero ma anche non pochi laici uomini e donne.
  10. Quando si sente urgente e interpellante l’appello del “Qui e Ora”.
  11. Quando non ci si illude che bastano piccoli ritocchi perché tutto ritrovi forma smagliante, ma è necessaria una vera conversione (cambiamento radicale di rotta).
  12. Quando valorizza i carismi di tutti e di ciascuno.
  13. Quando non vive alla giornata, non insegue le emergenze, ma sa leggere le situazioni, intravvedere obbiettivi, scegliere strategie, programmare e verificare i propri progetti.
  14. Quando è convita che il sommo bene è l’unità, la concordia, la comunione e nello stesso tempo sa valorizzare le diversità e le peculiari specificità di singoli fedeli, gruppi e associazioni.
  15. Quando l’organizzazione non è fine a se stessa e non alimenta un apparato, ma si sente al servizio del bene del popolo di Dio e di tutti gli uomini.
  16. Quando ciascuno ha la libertà di poter dire ciò che pensa con tutta franchezza senza timore di essere giudicato, quando tutti sanno ascoltare senza pregiudizi e il dialogo è franco e rispettoso.
  17. Quando si sa camminare insieme, insieme rispettare le scelte fatte di comune accordo, quando si sa evitare la tentazione di fare i liberi battitori ma si ha l’umiltà di operare in sinergia.
  18. Quando la Comunità non si sente una cittadella presa d’assedio e non erige muri e non gioca in difesa e non esce solo per contrattaccare. Quando non vede ovunque nemici, o concorrenti, e neppure solo persone indifferenti, ma sa vedere possibili alleati, disponibilità al confronto, interesse anche se spesso dissimulato.